Una di meno: donne e cura

8 mar 2024

Una di meno: donne e cura

Sono pochi gli studi sul caregiving,
pochi atenei, pochi centri di ricerca, poche persone si interessano al lavoro di cura.
Al mastodontico numero di ore lavorate gratuitamente quasi sempre e solo da donne per assistere, curare e tutelare persone non autosufficienti che necessitano di essere seguite nelle loro mansioni.
Quelle poche volte che avviene i numeri che ne escono fuori son talmente mastodontici che fanno paura anche alle stesse caregiver, che facciamo in modo di metterli sotto al tappeto, non notarli:
altrimenti bisognerebbe fare qualcosa.
Farla sul serio.

Sulla bilancia della disabilità c’è da una parte un numero di ore donate alla cura che il recente rapporto Oxfam ha quantificato per 12,5 miliardi che assomiglia alla segregazione, dall’altra la segregazione vera e propria che vuol dire istituzionalizzazione delle persone con disabilità, privazione di libertà e di diritto all’autonomia.
Non sembra esserci scelta, per le persone con disabilità e per le loro madri, sorelle, familiari: o ci si segrega al lavoro di cura eterno, non retribuito e riconosciuto, o si cede al ricatto della segregazione della persona che si ama.

La scelta invece è rivendicare, e lottare tutti e tutt’e insieme per questo, il diritto all’assistenza personalizzata, alla vita indipendente, alla costruzione di autonomie. La scelta è sostenere il lavoro di cura con fondi e servizi, con tutele e riconoscimenti, con la possibilità di non veder cancellate per sempre le prospettive di futuro, e di presente.

Oggi, 8 marzo, vorrei poter esser al fianco di ogni donna annullata dalla cura, di ogni donna senza scelta, senza possibilità di intravedere ristoro, scollata dalla socialità, la collettività, la partecipazione attiva nella propria vita e in quella della società.

“Non una di meno“ si urla oggi insieme nelle piazze e vorremmo lo potessero far tutte: le donne disabili private del loro diritto ad un’assistenza adeguata e personalizzata e tutte le madri sorelle nonne caregiver annullate dalla cura. Ognuna di loro è “una di meno”, ogni giorno, in ogni strada, in ogni lotta, in ogni sorriso di libertà.

Una di meno: donne e cura
Una di meno: donne e cura