4 nov 2022
Vorrei che chi scrive determinate leggi capisca che il “dopo di noi” viene dopo la segregazione.
Uso una parola dura, una parola che nessuno di voi è abituato ad usare nella sua quotidianità e che invece è la nostra quotidianità.
Il ministro ha usato più volte la parola "sacrificio".
Beh, questo va eliminato. Va eliminata l’idea che esistano dei cittadini che cercano di essere parte attiva della loro vita e della società solo grazie al sacrificio dei loro familiari.
Ci sono diverse parole che vanno completamente distrutte e chiedo a voi, voi che ne scriverete di nuove, di reimmaginarle.
Quindi immaginiamo un “durante noi” che non sia di segregazione. immaginiamo appunto di riandare a guardare a quelle che sono le leggi che hanno permesso alle persone più vulnerabili di essere parte della società…e per ora c’è stato solo Basaglia che ci ha aiutato a portare corpi e menti non conformi nelle scuola.
E se i nostri figli sono a scuola è per quella legge lì, l’unica che ha permesso ai mostri, agli strani, agli esclusi di avere diritto ad essere visti come cittadini e i nostri figli - mio figlio - ha questo diritto a scadenza, fino alla sua maggiore età. Maggiore età in cui cambieranno tante cose, maggiore età in cui sarà tagliato fuori dal mondo della scuola che è il solo che ha risposto a Basaglia, che accetta tutti...e siamo i soli in Europa ad avere questa grande scuola rivoluzionaria, senza fondi, senza soldi senza risorse, senza tutto ma con una carta, con delle leggi che permettono a tutti i bambini di essere considerati bambini.
I nostri figli che chiamate speciali, che speciali non sono - hanno solo tanti bisogni speciali - hanno diritto ad essere adulti, a poter essere immaginati uomini, donne, ragazzi, ragazze e non solo “bimbi speciali” che crescono grazie al - e cito il ministro purtroppo - sacrificio delle famiglie. Costruiamo una società capace di portare Basaglia in ogni luogo. Il ministero della disabilità in ogni ministero e che quindi ogni parte della società si prenda la responsabilità di includere veramente, di immaginare veramente che corpi e menti non conformi possano far parte - debbano far parte - di ogni strato della società, essere parte del tessuto sociale, culturale, professionale.
Di segregazione e diritti: in risposta al ministro della disabilità