5 ago 2023
Non le è bastato paragonare degli imbecilli perfettamente normodotati a delle persone con disabilità psichica e cognitiva. Le cronache infatti sono proprio piene di disabili che si arrampicano sui monumenti per farsi dei selfie! Oltre ad essere inesatto, nel senso di non vero, di falso e dunque fuori contesto (tanto per restare al contesto richiamato nella replica successiva), l’esempio esprime il retroterra culturale, la forma mentis, l’educazione, l’etica, la concezione del mondo della signora De Gregorio, vero contesto nel quale si cala il testo del suo articolo. Non è cosa facile riassumere in così poche battute tanta violenza espressiva, stigmatizzazione e disprezzo per le persone con disabilità. Eppure la nota giornalista, ci è riuscita: «decerebrati assoluti che un tempo non così remoto sarebbero stati alle differenziali seguiti da un insegnante di sostegno che diceva loro vieni tesoro, sillabiamo assieme, pulisciti però prima la bocca. Ecco ci sono questi deficienti, nel senso che letteralmente hanno un deifici cognitivo - non è mica colpa loro, ce l’hanno».
Quello che più colpisce in queste parole è il riferimento alle classi differenziali, al lavoro delle insegnanti di sostegno, agli esercizi di logopedia, all’assistenza alla persona (la pulizia della bava). C’è un voluto riferimento, insistito e dettagliato, scenografico al sostegno per i bambini e i ragazzi disabili che si svolge quotidianamente nelle nostre scuole. La scena da lei descritta avviene quotidianamente nelle classi della scuola dell’obbligo e in tanti istituti superiori dove migliaia di ragazzi e ragazze con disabilità portano a termine i loro studi, vivono la loro socialità e la loro felicità. La classi differenziali sono state abolite nel 1977, in quegli anni di libertà e rivolta in Italia c’è stata una rivoluzione che ha portato alla chiusura delle strutture manicomiali, alla rottura dello stigma, al rifiuto dell’internamento, della segregazione, per includere ovunque e dovunque. Con le sue parole la De Gregorio ha inalzato nuove mura, barriere intellettuali che tardano ad esser abbattute; lo dimostra ancora di più nella sua replica la recriminazione del tutto fuori luogo (non è questo il caso) contro la dittatura del politicamente corretto e la rivendicazione di un presunto «contesto» che - a suo dire - giustificava, dandogli altro significato, l’esempio impiegato.
Invece, in questo caso, il problema è proprio l’assenza di contesto, cosa c’entrano i disabili con l’inciviltà, l’ignoranza, l’arroganza, il narcisismo che dilaga nei social con le parole di disprezzo verso i disabili della De Gregorio?