17 set 2024
L’incontro tra i desideri di Tetrabondi Onlus, le competenze e la voglia di mettersi in gioco di una squadra eccezionale di professori, ricercatori e studenti del Dipartimento d’architettura di Roma Tre, guidati dal professor Adolfo F.L. Baratta, ha portato a uno studio di ricerca sull’accessibilità universale di Parco Schuster, situato attorno alla Basilica di San Paolo, a Roma di cui vi abbiamo parlato spesso ma che ora vi andremo a raccontare più approfonditamente.
Attraverso piccole pillole, in questa sezione del blog, potrete scoprire come nasce il progetto del P.I.U.+ Schuster, come questa straordinaria squadra ha fatto in modo di analizzare le barriere architettoniche e sensoriali del parco, per ridisegnare un luogo capace di essere oasi di accessibilità e inclusività universale: un’oasi urbana, gioiello dello spazio pubblico, capace di dare piena fruizione ad ognuno, a prescindere dalle sue competenze e la sua età di spazi adatti alla socialità e al gioco, all’attività sportiva e ricreativa, alla contemplazione della bellezza in un contesto architettonico e sociale incapace ad escludere.
Qui troverete sopralluoghi e metodologie, i desideri trasformati in progettazione e attori coinvolti, compresi quelli istituzionali ai quali abbiamo è stato poi consegnato il progetto di ricerca.
Gli attori istituzionali che procedono all’avvio della fase progettuale del Parco Inclusivo Universale Schuster sono perfettamente in linea con l’immagine di un capitale sociale molto ricco e di un ecosistema relazionale di valore: Tetrabondi Onlus, il Dipartimento di Architettura di Roma Tre e il Dipartimento di Neuroscienze umane di Sapienza, un soggetto operativo sugli aspetti terapici, l’Associazione Italiana Terapisti Occupazionali, l’Ordine degli Architetti PPC di Roma e Provincia, l’associazione culturale AES Architettura Emergenza Sviluppo, l’Assessorato all’ambiente di Roma Capitale e il Municipio su cui insiste il Parco. A completare il quadro favorevole, ci sono poi i finanziamenti disponibili derivanti dai Fondi per il Giubileo del 2025.
Nella prefigurazione dello scenario futuro di uno spazio pubblico, però, tale quadro può non essere esaustivo, poiché il capitale sociale deve essere investito in processi inclusivi al fine di stimolarli e uscirne potenziato: è importante che la visione, le aspettative e i desideri della collettività che usa e userà lo spazio pubblico, siano integrate all’interno di un percorso partecipato.
Questo non solo per impiegare la partecipazione a fini strategici, ovvero considerandola un mero processo di costruzione del consenso e di legittimazione della scelta, ma anche come elemento democratico che può contribuire alla costruzione di una scelta condivisa, capace, a sua volta, di generare un uso dello spazio pubblico quale ambito dell’organizzazione dell’esperienza sociale e dell’autocostruzione di regole d’uso comuni. I processi partecipati mirano a coinvolgere ampi segmenti della collettività nel processo decisionale e progettuale, contando sul coinvolgimento dei cittadini per migliorare la qualità delle decisioni, nonché la loro legittimità, generando al contempo ulteriori benefici, come l'apprendimento sociale, il potenziamento del capitale sociale e l'empowerment comunitario.
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- Sport adattato e socialità nello spazio urbano
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