16 set 2024
L’incontro tra i desideri di Tetrabondi Onlus, le competenze e la voglia di mettersi in gioco di una squadra eccezionale di professori, ricercatori e studenti del Dipartimento d’architettura di Roma Tre, guidati dal professor Adolfo F.L. Baratta, ha portato a uno studio di ricerca sull’accessibilità universale di Parco Schuster, situato attorno alla Basilica di San Paolo, a Roma di cui vi abbiamo parlato spesso ma che ora vi andremo a raccontare più approfonditamente.
Attraverso piccole pillole, in questa sezione del blog, potrete scoprire come nasce il progetto del P.I.U.+ Schuster, come questa straordinaria squadra ha fatto in modo di analizzare le barriere architettoniche e sensoriali del parco, per ridisegnare un luogo capace di essere oasi di accessibilità e inclusività universale: un’oasi urbana, gioiello dello spazio pubblico, capace di dare piena fruizione ad ognuno, a prescindere dalle sue competenze e la sua età di spazi adatti alla socialità e al gioco, all’attività sportiva e ricreativa, alla contemplazione della bellezza in un contesto architettonico e sociale incapace ad escludere.
Qui troverete sopralluoghi e metodologie, i desideri trasformati in progettazione e attori coinvolti, compresi quelli istituzionali ai quali abbiamo è stato poi consegnato il progetto di ricerca.
Si individua una superficie interclusa tra l’impianto areale del parco e la direzionalità del lungotevere, caratterizzata da acclività e irregolarità. Il progetto opera principalmente nella trasformazione della suddetta fascia posta a nordovest, rendendola l’asse principale della rigenerazione del parco. Quest’ultima si articola attraverso la narrazione dello scioglimento di un nastro, rappresentato dal percorso tortuoso che, di volta in volta, affronta o asseconda le curve di livello, generando nuovi spazi, nuovi percorsi e nuove funzioni.
La criticità rappresentata dall’essere intrinsecamente impervia viene utilizzata per la realizzazione di percorsi volutamente tortuosi e organici, in grado di adattarsi alle acclività e alla presenza della vegetazione esistente, determinando, al contempo, inaspettati punti di accesso al parco, e rinnovando quelli esistenti.
Sull’area in cui si concentra il progetto si rileva la presenza di una stecca di edifici di un solo livello fuori terra, realizzati in acciaio e calcestruzzo armato, alcuni dei quali in stato di abbandono.
Il progetto prevede il riuso di tali superfici per ospitare le associazioni che, insieme alla Fondazione Tetrabondi, promotore e coordinatore del presidio, si occuperanno delle attività inclusive a carattere sociale e culturale che si svolgeranno all’interno del Parco.
In prossimità dell’edificio che diventerà il punto di aggregazione sociale e culturale, si individua un’area completamente in piano dalla superficie sufficiente (20 x 30 m) per potervi installare un campo polifunzionale per lo svolgimento inclusivo di attività sportive. In particolare, si potranno svolgere sport di squadra per persone senza particolari difficoltà motorie insieme a persone su sedia a ruote, praticando il tennis e il basket, eventualmente sfruttando in maniera differente due metà campo. La strategia non è quella di realizzare uno skatepark di tipo tradizionale ma di ampliare la funzione e l’utilità di un percorso in modo da poter accogliere tali attività. Lo skate, oltre ad essere un’attività a vocazione inclusiva e intergenerazionale, viene scelto nello specifico anche per il fatto di essere uno sport molto importante e utile per le persone con disabilità motoria, che usano questa disciplina per esercitarsi di fatto al superamento delle barriere urbane quotidiane, e per i numerosi benefici psico-fisici prodotti dall’adrenalina che questo sport fornisce a chi lo pratica.
Nel parco giochi inclusivo, sempre protetti dagli alberi, vi sono particolari sedute i cui schienali sono delle vasche per la piantumazione di essenze e specie vegetazionali stimolanti dal punto di vista tattile e olfattivo, senza provocare allergie
La disposizione di tali vasche genera un percorso permeabile verso il Parco, ma definito al suo perimetro, che consentirà a chiunque di godere della stimolazione delle piante, disposte alla quota della persona seduta. Dalla parte opposta, il percorso sarà in parte cinto da pannelli che riportano tassellature di differenti materiali della natura e consentono una ulteriore stimolazione tattile, mentre la luce che attraversa le chiome degli alberi funge da stimolo visivo anche per le persone ipovedenti.
In prolusione all’accesso al parco giochi inclusivo e in continuità con i percorsi per la fruizione allargata che si dipartono dal playground, il progetto provvederà a intrecciare una serie di percorsi secondari circolari che potranno essere fruiti anche da persone affette da Alzheimer.
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- La qualità dell'architettura e degli spazi
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- Un parco giochi per ogni bisogno e desiderio
- I costi di una trasformazione
- Il capitale sociale dietro la progettazione
- Sport adattato e socialità nello spazio urbano
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